Donne, lavoro e maternità nell'impresa artigiana veneta

"La mattina andavo a scuola e il pomeriggio aiutavo una signora che faceva la sarta. Poi a quattordici anni sono andata un una fabbrica di camiceria. Quando mi sono sposata sono andata ad aprire l'altro laboratorio per conto di questa fabbrica. E visto che sono stata capace di farlo, ne ho aperto uno per conto mio ed è cominciata così l'odissea del lavoro... Siamo partiti con poco e poi abbiamo aumentatto sempre di più, finchè ci siamo fatti la fabbrica e lì abbiamo sempre lavorato, sinceramente sempre. Aumentando il personale, insegnando, facendo tante cose...". "Se lo aspettava, lo sapeva che lo cercavo da tanto. Quando gliel'ho detto però è rimasta male perchè erano già a casa in due per maternità, lo ho detto che mi dispiaceva... Lei si è messa le mani in testa... "sono felice per te..." però per lei non era un momento proprio felice". "Io ho delle dipendenti con figli: una lavora a domicilio, le altre fanno il part-time ma con una flessibilità assoluta: una mattina arrivano alle otto, una mattina dopo alle otto e trenta, una non può venire perchè ha il bambino ammalato... Assolutamente bisogna essere flessibili, altrimenti non si troverebbero più dipendenti, e si fa fatica comunque a trovarli...". "Se sono due dipendenti e una sta a casa in maternità, manca il 50%. É drammatico nell'impresa artigiana!". Questa, e mille altre, sono le voci raccolte nel viaggio nell'artigianato veneto che viene presentato in questo volume. Un viaggio particolare, nel quale sono affrontati i nodi cruciali della presenza delle donne nell'artigianato e della conciliazione dei tempi del lavoro con quelli della maternità e della cura dei figli.